Varicocele. Epidemiologia
Per lungo tempo, la visita e l’esame obiettivo, corredata dalla misurazione del volume testicolare, è stata alla base della valutazione di un paziente con un sospetto di varicocele; il sospetto clinico doveva, successivamente, trovare una conferma strumentale.
A seconda della popolazione presa in esame potevano essere registrati differenti tassi d’incidenza [quanti nuovi casi di malattia si presentano in una determinata popolazione in un determinato intervallo di tempo – 14-20% a seconda delle statistiche, con un 10% moderato severo] e di prevalenza [numero totale di casi, pregressi o in atto presenti in una popolazione in un dato momento – alla visita di leva era il 19%]. In tutti i casi, l’ipotrofia testicolare [volume testicolare > inferiore del 15% rispetto al controlaterale] costituisce il segno diretto della sofferenza delle gonadi, con una progressione direttamente proporzionale all’entità del varicocele [con la pubertà, si verifica una condizione di iperafflusso arterioso ai testicoli, mediato dalle gonadotropine – le arterie spermatiche, la deferenziale e la cremasterica sostengono tale crescita anatomica e funzionale; la vena spermatica interna è quella che sostiene il peso del ritorno venoso – in questo equilibrio, e nei meccanismi di compenso, può essere la chiave del contenimento della prevalenza del varicocele, o nella sua franca estrinsecazione].
Per il Varicocele, una volta era la visita di leva a funzionare da filtro di tutta la popolazione maschile; oggi sono le visite del pediatra di base a garantire un certo controllo, anche se limitato ai 14-16 anni. Poi, ci sono le visite del medico sportivo e quelle dell’andrologo, anche se in età più avanzata.