Complicanze dei trattamenti. Chirurgia o Radiologia Interventistica
Soluzione chirurgica
Il vantaggio delle tecniche chirurgiche sovrainguinali o retroperitoneali è dato dalla oramai standardizzazione della tecnica e dalla velocità di esecuzione, dal momento che è ridotto il numero di vasi venosi da legare; gli svantaggi sono:
- anestesia generale;
- postumi della ferita chirurgica;
- dolore conseguente al traumatismo sulla cute e sui piani muscolari.
Per quanto accurata possa essere l’opera d’isolamento dei vasi linfatici, molto spesso una conseguenza fastidiosa è rappresentata dalla comparsa di idrocele, nel 15-30% degli interventi. L’accumulo di liquido all’interno dello scroto può diventare fastidioso non solo a livello visivo, ma soprattutto per la tensione cutanea e per la pressione a cui sottopone le strutture all’interno. [gli antidolorifici e gli antiinfiammatori possono lenire la sintomatologia, ma prima o poi bisogna ricorrere a soluzioni più drastiche – si va dalla meno traumatica aspirazione percutanea del liquido, associata all’iniezione di farmaco sclerosante, fino ad arrivare, in caso d’insuccesso di quest’ultima soluzione, alla resezione ed eversione della tunica vaginale].
Altra temibile complicazione, vista l’impossibilità di evidenziare l’esistenza di rami collaterali a questo livello, è la persistenza del varicocele, che può arrivare al 10-25% degli interventi.
Tecniche: pro e contro
Con la tecnica di Palomo, è stata riportata una atrofia testicolare, anche se non è la regola.
Con l’approccio subinguinale l’entità di buona parte delle complicazioni riportate sopra è superata; può essere presente una certa parestesia della faccia mediale della coscia, per lesione di rami del nervo ileo-inguinale. Può comparire edema dello scroto e idrocele, secondaria alla stasi linfatica; sono stati registrati casi di trombosi della vena dorsale del pene, per errore tecnico, regrediti con appropriata terapia nell’arco di 15-20 giorni. Può comparire persistenza di varicocele nell’1-2% dei casi.
La tecnica di sclerosi anterograda presenta il rischio di ematomi scrotali nel 2,3% dei casi, epididimii nell1% degli interventi; in letteratura sono riportati casi sporadici di atrofia testicolare.
Radiologia Interventistica: soluzione percutanea
L’ematoma in sede di puntura percutanea è un evento anedottico [secondario ad una puntura effettuata con l’ausilio della sola palpazione manuale del polso arterioso femorale; oggi, con la guida ecografica, è praticamente impossibile pungere inavvertitamente l’arteria e causare un piccolo stravaso ematico, responsabile del successivo ematoma].
Presente è il dolore al fianco [secondario alla rottura della parte più interna della vena, durante le manovre di cateterismo, o dopo iniezione di farmaco sclerosante – tende ad essere riferito con caratteristiche che ricordano una colica addominale o la sensazione che si prova dopo essere stati colpiti al basso ventre – la durata è estremamente variabile, in relazione alla caratteristiche individuali di sopportazione; possono regredire nell’arco di 1 ora , o persistere per tutta la giornata].
Non sono rare le reazioni vagali, connesse all’importanza immotivata che viene attribuita dal paziente all’intervento, e al tipo di sensazioni dolorose che ci si attende.