Flebografia varicocele
Sebbene sia stata soppiantata come metodica diagnostica dall’introduzione dell’ecografia e dall’eco-color-Doppler, continua a mantenere intatto il suo fascino per la possibilità di evidenziare direttamente il reflusso venoso che caratterizza il varicocele, il tipo di questo meccanismo patogenetico, secondo la classificazione di Coolsaet. Mentre prima poteva essere effettuata come indipendente atto diagnostico pre-operatorio, poi, in virtù dell’invasività, dei costi e dell’esposizione radiologica, oggi è impiegata quasi esclusivamente come primo atto del trattamento di radiologia interventistica, con accesso percutaneo.
Procedura
Anestesia locale in prossimità dell’accesso venoso: femorale, brachiale, giugulare – introduzione di introduttore vascolare, filo guida e catetere diagnostico – cateterismo selettivo della vena renale destra o sinistra – iniezione di mezzo di contrasto e flebografia renale, durante la manovra di Valsalva – cateterismo selettivo della vena spermatica interna e sclerotizzazione.
Flebografia pre-operatoria e post-operatoria
Oltre alla flebografia retrograda, esiste anche quella anterograda pre-operatoria e quella anterograda-postoperatoria.
- La prima prevede la preparazione chirurgica di una vena del plesso pampiniforme, con successiva iniezione di mezzo di contrasto, in modo da fornire una mappa anatomica dei vasi venosi da sezionare.
- La seconda è il controllo effettuato dopo la legatura chirurgica, in modo da escludere l’esistenza di vasi venosi collaterali, che possono sostenere una recidiva.