Sindrome clinica, poco in risalto nell’ampio panorama del dolore pelvico cronico, presente nel 15-20% delle donne, frequentemente sottovalutata, fino a 20 anni fa. Questa condizione era riconosciuta solo dopo l’esclusione di altre patologie, condannando la donna ad una serie infinita di accertamenti.
Lo sviluppo diagnostico, le maggiori conoscenze, la maggiore consapevolezza dei vari specialisti e l’efficacia delle soluzioni terapeutiche proposte hanno contribuito a fare maggiore chiarezza.
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Chemioembolizzazione convenzionale per il trattamento del tumore primitivo del fegato
Intervento realizzato dai dottori: Pieri Stefano*, Pellicelli Adriano^, D’Ambrosio Cecilia^, Villani Roberto^, Fondacaro Lucia^, Agresti Paolo*.
* U.O.C. Radiologia Interventistica
^ U.O.C. Epatologia
presso una prestigiosa azienda ospedaliera nel quartiere monteverde di Roma.
Indicazione
Effettuare una terapia loco-regionale in un paziente con tumore primitivo del fegato, non candidato alla resezione chirurgica, per la presenza di altre patologie (insufficienza cardiopolmonare) e il rifiuto espresso dal paziente a sottoporsi a tale soluzione terapeutica più invasiva.
Paziente: donna di 75 anni, con pregressa epatite C, attualmente in classe Child B4, con la presenza di una lesione focale epatica alla RM effettuata nel programma di controlli periodici; la lesione al V segmento ha le caratteristiche contrastografiche tipiche del tumore primitivo del fegato: iper-intensità in fase arteriosa, ipo-intensità in fase portale e tardiva.
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L’insufficienza venosa cronica è un problema clinico con rilevanti ricadute socio economiche.
Maggiormente presente nelle donne oltre la 5° decade, trova nella sedentarietà, nel sovrappeso, negli anticoncezionali i fattori di rischio, ma è lo squilibrio tra elastina e collagene a rendere le valvole venose deboli e quindi incontinenti.
Le vene varicose ne sono l’espressione obiettiva più evidente.
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Isterosalpingografia in paziente con infertilità
Intervento realizzato dai Dott. Stefano PIERI e Dott. Paolo Agresti presso una prestigiosa azienda ospedaliera nel quartiere monteverde di Roma.
Anamnesi
L’isterosalpingografia è la valutazione radiografica dell’utero e delle tube; viene utilizzata principalmente nello studio della infertilità, o in casi di ricorrenti aborti, o dopo un intervento chirurgico sulle tube. Tale indagine viene sempre più richiesta, di pari passo all’aumento della medicina riproduttiva, alla fertlizzazione in vitro e all’allungamento del tempo del primo concepimento nelle donne del mondo occidentale.
La paziente: donna di 32 anni, con 2 aborti spontanei nel recente periodo. Indagine richiesta dal suo ginecologo, prima d’intraprendere un nuovo tentativo di gravidanza.
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Carotid Artery Stenting (CAS) è il trattamento endovascolare della patologia carotidea.
Prevede il passaggio successivo di vari presidi per proteggere il territorio a valle e risolvere la stenosi.
Prevede l’inserimento di uno stent, la post-dilatazione e la rimozione del sistema di protezione.
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Introduzione
Il punto fondamentale di questo tipo d’intervento è la valutazione del paziente, per capire se la sua lesione carotidea è a rischio embolico durante l’intervento; l’esperienza dell’operatore e l’utilizzo di un ampio ventaglio di soluzioni tecniche, sia in fase diagnostica, che durante l’intervento, consente di scegliere il presidio più appropriato, per effettuare l’intervento in sicurezza.
[L’arteria carotide è situata nel collo; ogni essere umano ha due carotidi, una per lato, la destra e la sinistra; nascono alla base del collo, dall’arco aortico, posto all’interno del torace; a livello dell’angolo mandibolare, si dividono in due rami: la carotide esterna, per la cute e i tessuti della faccia, e la carotide interna, per il cervello. Il cervello riceve il sangue sia anteriormente, dalle carotidi interne, sia posteriormente, dalle arterie vertebrali.
Un’alterazione della carotide può comportare lesioni importanti a valle, come TIA e stroke; il suo trattamento ha l’obiettivo di ridurre i rischi di tali alterazioni, debilitanti, non certo di curare gli eventi avvenuti. Lo stoke può essere emorragico o ischemico; in questo secondo caso, la riduzione di flusso ematico ne è alla base; il restringimento del lume dell’arteria carotide interna, la costituzione di una placca ulcerata, l’indurimento della parete arteriosa per depositi calcifici sono tutte espressioni della malattia arteriosclerotica, che favoriscono la creazione di coaguli, più o meno grandi, che possono essere trasportati, improvvisamente o molto lentamente, verso il cervello, causando lo stoke o il TIA. La presenza di una sintomatologia neurologica e la concomitante esistenza di una lesione carotidea, nel lato dei sintomi, obbliga a trattare la lesione; le la stenosi è sotto il 50% ed è isolata, potrebbe essere sufficiente la terapia medica; se la stenosi è associata ad una lesione controlaterale, allora va trattata; per gradi più severi di stenosi, il trattamento non solo medico è obbligatorio.]
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L’isterosalpingografia è la valutazione radiografica dell’utero e delle tube; viene utilizzata principalmente nello studio della infertilità, in casi di ricorrenti aborti, dopo un intervento chirurgico sulle tube e prima di una miomectomia. Tale indagine diagnostica viene sempre più richiesta, di pari passo all’aumento della medicina riproduttiva, alla fertlizzazione in vitro e all’allungamento del tempo del primo concepimento nelle donne del mondo occidentale.
L’infertilità di coppia ha un’etiologia multifattoriale e variabile, con una implicazione maschile e femminile; in quest’ultimo caso le alterazioni ovulatorie sono riscontrate in un 37% dei casi e quelle tubariche nel 18-35% delle pazienti, con una combinazione tra le due cause nel 20% delle coppie. Con l’isterosalpingografia si cerca di valutare radiologicamente la cavità uterina e le tube di Fallopio, dopo introduzione di mezzo di contrasto iodato.
Il mezzo di contrasto impiegato è attualmente non ionico, idro-solubile, a bassa osmolarità, che contribuisce ad una eccellente visualizzazione delle strutture tubariche; la minore viscosità favorisce il più rapido passaggio del mezzo di contrasto nelle tube di Fallopio, ma una minore persistenza all’interno di queste strutture, per lo cui lo studio deve essere più rapido.
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Stefano Pieri, Paolo Agresti, Grazia Loretta Buquicchio, Ilenia Di Giampietro, Margherita Trinci, Vittorio Miele
Abstract
Purpose Non-traumatic spontaneous hematoma of the rectus abdominal muscle is not considered a critical condition. Nevertheless, it can be a serious complication in some patients due to continuous and/or consistent bleeding. The most frequent cause of spontaneous rectus muscle hematoma is the anticoagulation therapy. The natural history of rectus muscle hematoma usually leads to a positive outcome and can be spontaneously self-limited only by conservative therapy. Nevertheless, in some patients, despite a correct and early medical therapy, the continuous bleeding requests a more radical handling. Up to now, the surgical hematoma evacuation and the bonding of blood vessels were considered the most appropriate treatment, while at present, the percutaneous management by means of selective catheters and embolization of the bleeding vessel is considered to be the most used option. Our purpose is to report our experience in the endovascular spontaneous rectus muscle bleeding treatment in the elderly patients.
Materials and methods From the data base and medical reports of the hospital, we selected 144 medical reports.
We focused on those cases that showed the following criteria: patients with rectus muscle hematoma undergoing anticoagulation therapy and/or non-traumatic spontaneous hematoma and with persistent bleeding revealed on CT examination despite a pharmacological treatment aimed to timely reverse coagulopathy. These criteria were found in 18 patients: 15 females and 3 males, with a median age of 73 (range 64–81). In all patients, the diagnosis had been confirmed by an abdominal CT in emergency setting, performed before and after contrast medium intravenous administration. Because of clinical conditions, all patients had been moved on the angiographic room for diagnostic arteriography and embolization. The criteria for this treatment were hemodynamic instability and the continuous bleeding despite the correct medical therapy.
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Stefano PIERI, Paolo AGRESTI
Purpose
Massive pulmonary embolism is a severe clinical condition, that requires prompt therapeutic intervention.
Medical and surgical interventions are ineffective.
We report our experience with a hybrid treatment, involving systematic fragmentation of the embolus with an angiographic catheter associated with fibrinolytic therapy over the following days.
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Stefano PIERI, Paolo AGRESTI, Barbara SESSA, Maria Grazia Buquicchio, Vittorio MIELE
Purpose
To investigate the technical characteristic (feasibility, safety, X-ray exposure, side effects) of the transbrachial approach in uterine artery embolization.
Methods and materials
Between 2009 and 2013, 115 patients were treated with embolization of the uterine arteries for one or more symptomatic leiomyomas. In 20 of these 115 patients a transbrachial approach was used.
The inclusion criteria for all patients were the presence of one or more symptomatic fibromas, the desire to preserve fertility, the mainly intramural localization of the lesions, and the feasibility of embolization, determined by magnetic resonance imaging.
The transbrachial approach was carried out under ultrasound guidance, through the left brachial artery.
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